Il termine Preistoria E' stato coniato nel XIX secolo per dare una periodizzazione scientifica al passato. Il termine Preistoria (prima della storia, dal latino pre, prima, e historia, storia) indica quel periodo di tempo che va dalla comparsa dell'Uomo sulla Terra – circa 2 milioni e 500 mila anni fa in Africa – fino all'invenzione della scrittura, tradizionalmente fatta risalire al IV millennio a.C. in Mesopotamia (odierna Iraq). Alla comparsa delle prime forme di scrittura si fa convenzionalmente coincidere l'inizio della Storia vera e propria, perche' l'uomo ha lasciato memoria di se' con testimonianze scritte. La Preistoria non e' un’epoca priva di civilta' come a prima vista verrebbe da pensare. Prima di esprimersi con la scrittura, infatti, i nostri antenati hanno lasciato segni della loro esistenza attraverso l'arte e la tecnica: il disegno, l'incisione o la lavorazione dei materiali, sono connesse allo sviluppo del linguaggio e di forme di organizzazione sociale. Erano inoltre praticate la danza, come attestano le orme di talloni impresse nell'argilla e disposte in modo da far pensare a movimenti ritmici, e la musica, testimoniata dai resti di rudimentali flauti ricavati da ossa forate. In che modo siano sorte queste forme non verbali di espressione resta ancora in gran parte un mistero.
Preistoria
Cultura
LA PREISTORIA
Paleolitico (o Eta' della Pietra Antica, da palaios antico e lithos pietra) da 2.500.000 a 10.000 anni a.C. Gli umani vivono in gruppi nomadi e praticano caccia, pesca e raccolta.
Mesolitico (o Eta' della Pietra di Mezzo, da mesos medio e lithos pietra) da 10.000 all'8000 a.C.
Neolitico (o Eta' della Pietra Nuova, da nèos nuovo e lithos pietra) dall'8000 al 4000 a.C. Nasce l'agricoltura e l'allevamento, da cui scaturiscono importanti conseguenze.
Il paleolitico e' il periodo della storia dell'umanita' caratterizzato dall'utilizzo della pietra per la realizzazione dei primi utensili e armi. Il paleolitico e i successivi periodi, mesolitico e neolitico, costituiscono la cosiddetta eta' della pietra. L'eta' della pietra inizia con la produzione dei primi utensili in pietra (in Australia e in Polinesia) e finisce con la nascita della tecnica di lavorazione del metallo da parte degli europei.
Nella meta' del XIX secolo si stabili', grazie ai contributi di archeologici europei, che l'uomo esiste da tempi remotissimi e con lui anche animali orami estinti. Inoltre, si scopri' che le pietre che in epoca classica e medievale vennero riconosciute come meteoriti in realta' erano utensili primitivi e che gli utensili in pietra scheggiata precedevano quelli in pietra levigata, anche se non si conosce la durata dei relativi periodi d'uso. L'eta' della pietra, che precede l'eta' del bronzo e l'eta' del ferro, fu riconosciuta e suddivisa ulteriormente in due periodi dal naturalista e politico britannico John Lubbock. Nel 1865 Lubbock disegno' con i termini paleolitico (dal greco palaiós, cioe' antico e líthos, cioe' pietra) e neolitico (da neos, "nuovo").
Paleolitico inferiore
Il paleolitico inferiore ha ricoperto un arco di tempo di circa 2 milioni e mezzo di anni, al quale risalgono i primi utensili riconoscibili trovati in Etiopia. Per milioni di anni fu usata la stessa tecnica di lavorazione: con una pietra-martello venivano staccate schegge in modo da creare rudimentali attrezzi appuntiti o affilati usati per tagliare o raschiare, detti "olduvaiani" dal nome del sito in Tanzania dove sono stati trovati in grande quantita', la gola di Olduvai. Se il bordo di selce o di quarzo, estremamente tagliente, si spuntava o si rompeva con l'uso, poteva essere nuovamente scheggiato o facilmente sostituito, data l'abbondanza del materiale. Successivamente si passo' all'impiego di utensili piu' elaborati: dai blocchi di pietra venivano staccate schegge su entrambi i lati, fino a ottenere la forma desiderata. Un tipico esempio di questa lavorazione e' l'ascia simmetrica a foggia di pera ritrovata in molti luoghi dell'Europa, probabilmente un arnese multiuso. Risale all'epoca dell'Homo Erectus, diretto antenato dell'Homo Sapiens, vissuto da 1.800.000 fino a qualche centinaio di migliaia di anni fa, i cui resti sono stati trovati dall'Africa meridionale fino al Sud-Est asiatico. A volte ci si riferisce a questa civilta' con il termine di acheuleano, dal sito di Saint-Acheul (Francia settentrionale), dove sono state rinvenute queste asce; nel Levalloisiano (dal nome di un altro sito francese), che si sviluppo' nello stesso periodo ma in luoghi e tempi diversi, la tecnica di lavorazione di un blocco di selce a grana fine era eseguita in modo da ricavarne grandi schegge affilate appositamente foggiate per i vari usi, tecnica perfezionata poi durante il Paleolitico medio.
Il periodo del paleolitico medio inizia in tempi e luoghi diversi. In Europa, il paleolitico medio e' detto anche musteriano (il nome deriva dal rifugio rupestre di Le Moustier in Francia) ed e' compreso tra 150.000 e 35.000 anni fa. Questa fase coincide con la presenza dell'uomo di Neanderthal, oltre ai nuovi utensili scheggiati (punte, raschiatoi, ecc.) si trovano piccole asce. In Africa, invece, e' il periodo compreso tra 150.000 e 30.000 anni fa, dove si sono rinvenuti piccoli attrezzi.
Paleolitico superiore
Durante il paleolitico superiore in Europa comparvero razze umane morfologicamente molto vicine a quelle attuali e l'attivita' produttiva si fece piu' varia e sofisticata: dalla pietra, dall'osso, dal corno e dall'avorio si ricavarono propulsori (arnesi per scagliare armi da lancio), arpioni uncinati e aghi. Gli attrezzi in pietra assunsero forme diverse – punteruoli, bulini, raschietti – e vennero ricavati da scaglie lunghe e sottili staccate con martello e punzone. Alcune fasi sono associate a superbi esempi di manifattura in pietra, come ad esempio le sottili punte a forma di foglia lavorate sulle due facce, prodotte durante il Solutreano nell'Europa sudoccidentale. Il Paleolitico termino' circa 10.500 anni fa con il ritiro dei ghiacci nell'emisfero settentrionale. In Africa e' conosciuto come tarda eta' della Pietra, ma dura fino all'eta' del Ferro (alcuni secoli avanti o dopo Cristo secondo le regioni) o anche dopo, comprendendo cosi' quello che in altre parti del Vecchio Continente e' detto Neolitico. Nel Nuovo Continente la prima fase della presenza umana (tra 15.000 – e forse persino 50.000 – anni fa fino al 5000 a.C.) e' definita Paleoindiano ed e' caratterizzata dalla produzione di punte in pietra finemente lavorate. Gli utensili in pietra del paleolitico si sono conservati grazie alla resistenza del materiale, ma dagli e dalle analisi al microscopio suggeriscono che molti attrezzi erano usati per creare o lavorare materiali organici, tra i quali pare che il legno avesse primaria importanza. Tra gli oggetti in legno del paleolitico inferiore e medio ci sono punte di lancia, un recipiente portato alla luce in Europa e una tavoletta proveniente dal Giappone.
L'uomo del paleolitico inferiore raccoglieva vegetali e avanzi di animali, mentre l'uomo del paleolitico medio e superiore si dedico' soprattutto alla pesca e alla caccia. Le prede erano solitamente costituite da cavalli, bisonti, cervi, capre e antilopi, a seconda della regione e del clima, e piu' raramente da mammut, sebbene l'opera dell'uomo abbia certamente contribuito alla scomparsa di queste grandi specie. Nelle pianure nord-americane i bisonti venivano talvolta spinti in massa in gole senza uscita e li' venivano uccisi. L'uomo del paleolitico era nomade, si spostava con gli animali che cacciava e in base al ciclo delle stagioni. Durante il paleolitico inferiore viveva in accampamenti provvisori, costruiti da frangivento o da rozze capanne, di cui si e' trovata traccia in luoghi all'aperto, lungo i fiumi e in caverne, come a Zhoukoudian in Cina o a Tautavel in Francia. Piu' in avanti, caverne e rifugi di roccia sostituirono quasi completamente gli insediamenti all'aperto, anche se sono stati individuati resti di tende e, nell'Europa centrorientale, resti di capanne costruite con ossa di mammut. L'uso del fuoco risale a circa 1.500.000 anni fa e nel paleolitico medio e superiore i focolari erano diffusi in tutti gli insediamenti. Il fuoco fu usato inizialmente per ottenere luce e calore e come difesa contro gli animali, in seguito per la cottura dei cibi e infine per rendere piu' facilmente lavorabile la selce, per cambiare il colore dei pigmenti minerali e, in alcune aree, per cuocere statuette e vasi d'argilla. Le prime testimonianze di pratiche funerarie risalgono al paleolitico medio; tuttavia, ad Atapuerca (in Spagna) trentacinque scheletri umani preneanderthaliani rinvenuti in un pozzo parrebbero attribuibili a un rito funebre avvenuto circa 300.000 anni fa, ipotesi confermata anche dall'assenza di utensili (che indicherebbero un insediamento) e di ossa animali o segni di scontri (che mostrerebbero essersi trattato di vittime di predatori). Nel paleolitico superiore le sepolture divennero piu' elaborate, con presenza di ocra rossa, corredi funerari, utensili, decorazioni e talvolta perle, mentre la piu' antica cremazione di cui si ha notizia risale a 26.000 anni fa in Australia.
Il termine Mesolitico e' stato adottato nell'Europa Occidentale verso gli inizi dello scorso secolo ed indica il periodo compreso tra la fine del Paleolitico Superiore e il Neolitico. E' durato alcuni millenni nel corso dei quali si e' assistito ad un processo di adattamento degli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori ai cambiamenti ambientali che si sono verificati dopo la fine dell'ultima era glaciale e l'inizio dell’Olocene a partire da circa 10.000 anni fa. La fine del Tardoglaciale wurmiano porta ad un miglioramento del clima che di conseguenza porta a condizioni ambientali quasi simili a quelle attuali. Tra gli effetti piu' immediati di questo cambiamento sono di particolare importanza l'arretramento dei ghiacciai che permette la penetrazione umana in vasti territori che prima erano totalmente disabitati; il progressivo innalzamento delle acque del mare che produce un arretramento delle linee di costa; la steppa e la tundra riducono la propria estensione a causa dello sviluppo delle foreste; le mandrie di erbivori delle praterie vengono progressivamente sostituite da piu' piccoli branchi di animali che eleggono come loro habitat naturale le foreste: cervi, caprioli, cinghiali e buoi selvatici. In Europa, nelle regioni occidentali-atlantiche, nell'area del Mediterraneo centro-occidentale e nell'area alpina sono documentati complessi mesolitici alquanto omogenei. Nell'area compresa tra la Francia settentrionale, il bacino del Reno, l'alto bacino del Danubio ed il lato settentrionale delle Alpi si sviluppano i complessi di Beuron-Coincy e Montbani. L'area comprendente la Spagna orientale, la Francia del sud, l'Italia centro-settentrionale, la Slovenia e una parte della Slovacchia vede la diffusione di Complessi Sauveterriani, seguiti da Complessi Castelnoviani nell'area atlantica. Nell'Europa nord-occidentale e' stata attestata l'esistenza di alcuni complessi con elementi in comune. I principali sono: il Complesso di Duvesee che si estende nella grande pianura germanica, in Polonia e tra la fine del IX e la fine dell'VIII millennio prima di Cristo all'Inghilterra; il Complesso di Maglemose che si e' sviluppato nella Scandinavia meridionale dalla fine del VII millennio; il Complesso Post-Maglemose che ha la sua origine alla fine del Boreale, sviluppatosi in seguito alla migrazione verso sud, nei territori compresi tra la Vistola ed il Reno, di gruppi di maglemosiani. Il Mesolitico in Italia rientra in un vastissimo fenomeno che interessa gran parte dell'Europa occidentale e meridionale. Le differenze principali rispetto al precedente periodo Epigravettiano finale, si possono notare nelle caratteristiche delle industrie litiche. Nel Mesolitico infatti, i fenomeni gia' registrati nei periodi precedenti come ad esempio il microlitismo, si moltiplicano e si accentuano. L'economia vede l'incremento delle varieta' di risorse naturali sfruttate dall'uomo per la propria sussistenza; Le attivita' collegate al sostentamento si diversificano: caccia ad animali di taglia piccola e grande, uccellagione, pesca, raccolta di prodotti vegetali e di molluschi terrestri e marini. Le differenze tra le produzioni litiche di alcune localita' dell'Italia nord-orientale riportabili alla fine dell'Epigravettiano finale e altre appartenenti al periodo piu' antico del Mesolitico, sono piu' a livello quantitativo che non qualitativo. Il Mesolitico in Italia settentrionale si caratterizza per un periodo Sauveterriano e da un periodo Castelnoviano. La fase mesolitica piu' antica ha inizio nell'Italia settentrionale con il Preboreale, circa 8.000 anni a.C.; essa testimonia gli importanti cambiamenti che hanno interessato la cultura ed il modo di vivere dei cacciatori-raccoglitori dopo la fine del Tardoglaciale wurmiano e del Paleolitico Superiore. Il cambiamento piu' evidente riguarda la tecnica di scheggiatura e produzione dei prodotti litici. Questo mutamento e' dovuto alle nuove forme di sfruttamento della materia prima. Tra i prodotti piu' caratteristici si ricordano i bulini corti e massicci, diversi tipi di grattatoi di forma molto corta e i coltelli a dorso. Si diffondono nuovi tipi di armature: punte troncate, a dorso, dorsi e troncature. La tecnica seguita nella produzione dei manufatti microlitici, non risente minimamente del supporto dal quale viene ricavata l'armatura, mentre invece la regolarita' della lama sara' una delle caretteristiche fondamentali nella produzione castelnoviana di armature trapezoidali. Nel Mesolitico recente e' possibile notare una modificazione dei prodotti della scheggiatura che si manifesta con l'accrescimento delle dimensioni dei manufatti e con la creazione di lame dalla forma regolare. La produzione di queste lame e' legata tecnologicamente ad una preparazione piu' accurata e da una diversa morfologia dei nuclei.Le modifiche tecniche di scheggiatura riconosciute a partire dal periodo Castelnoviano sono collegate a innovazioni tipologiche riferite agli strumenti comuni e alla comparsa e diffusione delle armature di tipo trapezoidale. L'evoluzione delle tecniche di scheggiatura e' stata quindi determinata dalla necessita' di lame regolari per la produzione dei trapezi. In questo periodo si assiste ad un notevole incremento delle lame ritoccate (a incavi e denticolate), delle lame troncate e dei grattatoi su supporto laminare. Per quanto riguarda le armature, ad una progressiva diminuzione dei tipi del Sauveterriano corrispondera' un notevole sviluppo dei trapezi. La cronologia e le modifiche culturali presentate possono essere considerate valide per tutte le zone dell'Italia settentrionale, nelle quali sono stati ritrovati reperti risalenti al Mesolitico: il Carso triestino, il Friuli, la valle del fiume Adige, le Alpi Aurine, Sarentine e lombarde, le Dolomiti, le Prealpi, la pianura Padana lombarda ed emiliana e l'Appennino tosco-emiliano. Nell'Italia centro-meridionale complessi riferibili al periodo piu' antico del Mesolitico sono stati rintracciati lungo il versante tirrenico e adriatico. Ulteriori presenze risalenti al Sauvaterriano sono presenti anche in Sicilia.
Il Neolitico e' l'eta' della pietra nuova, ossia levigata. Gli oggetti, infatti, non furono piu' ottenuti tramite scheggiature, ma anche attraverso la levigatura. In quest'epoca inoltre, l'uomo sviluppo' un uso attivo delle risorse: imparo' a coltivare e ad allevare gli animali. Si passo' infatti da un economia di prelievo (caccia e raccolta) ad un'economia di produzione (agricoltura e allevamento). Secondo alcune ipotesi, sarebbero state le donne a scoprire e sviluppare le tecniche che portarono alla nascita dell'agricoltura. Esse, infatti, abituate a dedicarsi alla raccolta dei frutti commestibili, avrebbero cominciato a sperimentare la semina di alcune piante e seguirne la crescita fino alla maturazione. L'agricoltura, in Europa, si diffuse piu' lentamente rispetto al Vicino Oriente; cambio' i modi di occupazione del territorio e trasformo' l'ambiente naturale. Gli strumenti di lavoro impiegati per lavorare la terra, e gli utensili di uso quotidiano, dovevano essere fabbricati, riparati e sostituiti. Si ando' cosi' formando la categoria degli artigiani. Inoltre in questo periodo nacque una forma primitiva del commercio: il baratto. Intorno al 6000 a.C, poi, i contenitori in pelle o legno vennero sostituiti con recipienti in ceramica. Tra il 9000 e l'8000 a.C, con la possibilita' di sfruttare il territorio, i gruppi iniziarono a stabilirsi definitivamente. Una delle principali attivita' praticate nell'era storica del Neolitico fu senz'altro la litotecnica, la quale si caratterizzoo' per l'utilizzo della levigatura come tipo di tecnica utilizzata. Altre attivita' importantissime in questa fase della preistoria furono senz'altro l'allevamento, l'agricoltura, l'utilizzo della ceramica. Nell'ambito del settore agricolo vennero utilizzate in particolar modo delle specie vegetali che sostituirono tantissime specie selvatiche che venivano raccolte. In ambito agricolo iniziarono ad essere coltivate le seguenti piante: il farro, il piccolo farro, i piselli, le lenticchie, il lino, la veccia, l'orzo, ecc...Presto iniziarono ad essere addomesticate anche specie vegetali come ad esempio le leguminose e varie tipologie in zone geografiche come l'Anatolia orientale, la Palestina, l'Iraq settentrionale e altre zone dell'Asia. Nell'ambito dell'attivita' dell'allevamento comparve l'allevamento della pecora, del bue e del maiale. Per quanto riguarda la lavorazione delle ceramiche le prime ceramiche vennero realizzate a quanto pare, in era neolitica, in Giappone; la lavorazione delle ceramiche interesso' anche il Medio Oriente, in cui venivano realizzate con delle tecniche molto particolari.