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Piante grasse

Svago

LE PIANTE GRASSE

Sono dette Piante grasse, o piu' correttamente succulente, quelle piante che hanno sviluppato tessuti contenenti liquidi, che immagazzinano: nelle foglie, nel fusto, nelle radici, allo scopo di sopravvivere a lunghi periodi di siccita'. Per cui "succulente" (non nel senso di gustose), e' il nome piu' corretto dal momento che il rigonfiamento e' costituito da succo senza alcuna presenza di grassi. Tuttavia da tempo in alcuni paesi, fra i quali l'Italia, e' invalso il termine "piante grasse" per cui non sara' facile cambiarlo. Spesso si usa fare la distinzione fra cactacee e succulente non cactacee, per indicare da un lato quelle piante appartenenti alla famiglia delle cactaceae e dall'altro tutte le altre famiglie. Le succulente sono spesso indicate, erroneamente, col termine generico di cactus, che in realta' si riferisce a una determinata famiglia di tali piante, tutte originarie delle Americhe. Mentre quasi tutti i cactus sono succulente, non tutte le succulente sono cactus.
Presentano succulenza fogliare, salvo qualche eccezione, le succulente non cactaceae come Lithops, Conophytum, Aloe, Agave, Echeveria, Crassula, Kalanchoe, ecc. Esse, pur nelle numerose forme, sono tipiche di territori ad aridita' non troppo prolungata, in grado di sopravvivere nei periodi secchi fino ad avvizzire od anche far cadere le foglie quale ultima difesa. Le specie a fusto succulento sono quelle cui appartengono la maggior parte delle cactacee aventi per lo piu' foglie trasformate in spine al fine di ridurre la traspirazione. I fusti sono globosi, colonnari e di colore verde a causa della clorofilla. La succulenza radicale/basale e' propria di alcuni cacti, ma soprattutto di Bowiea, Ceropegia, Pachypodium, Adenium, Fockea, Ibervillea, Cucurbitaceae, ecc., e in generale di quel vasto gruppo definito caudiciforme avente un rigonfiamento basale (caudex) dove spesso alla succulenza del rizoma unisce quella della base del fusto. Il caudex non e' quasi mai verde, per cui non avviene fotosintesi, puo' trovarsi sia sotto che sopra al terreno. Un altro gruppo definito pachicaule, alla succulenza basale unisce quella dei rami e dei getti laterali. Alcune specie, tipiche delle regioni desertiche, hanno sviluppato radici tuberose, fibrose, in grado di espandersi molto in larghezza, poco al di sotto della superficie, per godere della rugiada notturna, altre invece a radice piu' o meno fittonante si espandono in profondita' come fa ad esempio Copiapoa o diversamente Weltschia. Spesso la parte aerea muore mentre le radici sono in grado di sopravvivere e ricostituire la pianta quando le condizioni saranno piu' propizie. I Cactus appartengono ad una famiglia di piante xerofite (Cactaceae), comprendente un centinaio di generi e due migliaia di specie, per lo piu' a fusto succulento (caulinari), di forma globosa, colonnare, cespitosa, a pala, pendente, prostrata, fogliacea, articolata, a coste, a tubercoli, a superficie spinosa o glabra, a sezione stellata, circolare, ovale. Riguardo le dimensioni si va da quelle aventi un'altezza e un diametro di qualche centimetro fino a quelle con un diametro di un metro ed un'altezza di qualche decina di metri. Spesso chiamiamo cactus anche piante che cactus non lo sono, come succede con certe Euphorbie colonnari e ramose. In questi casi basterebbe pungere la pianta con uno spillo per vedere uscire un lattice bianco rivelatore di una pianta appartenente, per lo piu', alla famiglia delle Euphorbiaceae e non delle Cactaceae. Queste piante, tipiche per lo piu' di regioni aride e a bassa umidita' atmosferica, vivono in un ambiente che non e' uguale per tutte. Infatti possiamo trovarle in zone subdesertiche e pseudodesertiche, in regioni temperate ma anche in quelle innevate, a livello del mare come a oltre 3000 metri di altitudine, e persino, in zone umide tropicali.
L'acqua: Al contrario di quello che si potrebbe pensare anche le piante grasse hanno bisogno di essere annaffiate. Infatti l'umidità atmosferica non e' sufficiente e per far crescere la nostra pianta occorre annaffiare periodicamente.
Innaffiature: Di fondamentale importanza e' la stagione. Durante il periodo estivo le piante devono essere annaffiate abbondantemente soprattutto se si trovano all'esterno in zone soleggiate. Nel periodo invernale, viceversa, alcune specie non devono proprio essere annaffiate e si tengono in zone in cui la temperatura non deve scendere sotto i 5 gradi. Puo' essere opportuno, comunque, per evitare una eccessiva disidratazione, spruzzare la pianta con un vaporizzatore una volta ogni tre settimane. Per altre varieta', invece, le annaffiature dovranno esse piu' rade che nel periodo estivo, in relazione anche al posto dove si tengono. Di norma si bagnano una volta ogni 20 - 25 giorni aumentando la dose se si e' in presenza di fonti di calore.
Il substrato: Ricordando le origini delle piante grasse si potra' facilmente intuire quale substrato si dovra' utilizzare per non avere problemi di marciume radicale. Un buon terriccio deve sempre essere composto da buone materie prime: la sabbia deve essere ben lavata e la torba non troppo fibrosa. Miscelate tre parti di sabbia e una parte di torba, aggiungendo della agriperlite al fine di rendere il composto piu' leggero e drenante. Si consiglia una concimazione di base blanda ma ricca di micro elementi (calcio, ferro, magnesio, zolfo). Tra i macro elementi sono da prediligere azoto e fosforo.
L'aria: L'aria e' una componente essenziale per la cura delle piante. Una buona ventilazione e' sinonimo di salute per quasi la totalita' delle piante grasse, infatti essa aiuta nello svolgimento della fotosintesi apportando alla pianta anidride carbonica, aiutando (grazie alla traspirazione) l'assorbimento di elementi nutritivi dal terreno. Come la maggioranza delle piante anche quelle grasse non sopportano le correnti d'aria.
La luminosità: Questo elemento e' forse il piu' importante fra quelli fin qui ricordati, anche se non tutte le piante grasse prediligono luce molto intensa in quanto qualche varieta' necessita di posti ombreggiati. Il posto migliore sono sicuramente le serre che offrono l'irradiazione solare a 360 gradi. Se non si ha la fortuna di possederne una, l'ideale e' esporre le piante in posizione sud-est.
ALOE: I genere Aloe, a cui appartengono circa 250 specie, proviene dalle zone del Sud Africa, che vengono coltivate principalmente per le foglie succulente. Questa pianta assomiglia molto all'agave, sia per forma che per caratteristiche climatiche. Le differenze principali sono che l'aloe non muore dopo la fioritura, le foglie sono piu' carnose e presentano sull'estremità delle spine. Qualche varieta' può avere le spine sia sulla pagina inferiore che sulla pagina superiore della foglia. L'Aloe vive bene nei climi temperati. In Italia vive tranquillamente all'esterno nelle zone meridionali, mentre al nord deve essere coltivata in appartamento o in serra, in vasi che variano dagli 8 ai 60 cm. Le temperature ideali per l'Aloe variano tra i 20 e i 24 gradi di giorno e tra i 10 e i 14 gradi di notte. Nel periodo invernale tali temperature possono scendere di 3-4 gradi, ma mai sotto i 5 gradi.


AGAVE: Genere di piante grasse originario delle zone tropicali e subtropicali Americane con una grande diffusione in Messico. Molto facile da coltivare anche in vaso, le varieta' dell´Agave americana presentano la particolarita' comune di presentare le foglie con varie tonalita' di striature a seconda della specie. Tutte le piante del genere Agave si presentano con un piccolo fusto legnoso dal quale dipartono le foglie carnose con l'apice spinoso terminale e alcune di esse presentano spine anche lungo tutta la foglia. Piante molto longeve, per diventare adulte impiegano anche trent'anni ed hanno la particolarita' di fiorire e germinare un'unica volta durante la loro vita, dopodiche' muoiono. La fioritura non avviene praticamente mai in vaso, dato che per svilupparsi completamente e diventare adulte hanno bisogno di molto terreno per sviluppare le lunghe e numerose radici.


ECHINOCACTUS: L'echinocatus rientra in un genere di 10 specie di cactus con forma globosa o cilindrica, originari dell'America Nord-settentrionale. Allo stato spontaneo tali piante raggiungono un diametro di 90 cm, ma anche in appartamento possono assumere dimensioni notevoli (anche piu' di 70 cm) anche se sono necessari molti anni. In appartamento queste piante devono essere posizionate in zone luminose. Si coltivano in vasi di cotto con diametri dai 10 ai 30 cm, a seconda delle dimensioni. Nel periodo invernale non devono essere annaffiate e si tengono in zone in cui la temperatura non deve scendere sotto i 5 gradi. Puo' essere opportuno, comunque, per evitare una eccessiva disidratazione, spruzzare la pianta con un vaporizzatore una volta ogni tre settimane. Durante il periodo estivo, invece, le piante devono preferibilmente essere collocate all'esterno in posizione soleggiata e annaffiate abbondantemente.
EONIUM: Pianta succulenta a crescita abbastanza rapida, proveniente dalle Isole Canarie, da Madeira e dalle coste del Mediterraneo, utilizzata anche come pianta da appartamento. Ha fusto dritto e carnoso, di colore marrone chiaro, molto ramificato negli esemplari adulti, ogni fusto porta alla sommita' una rosetta di foglie succulente verde chiaro, verde-blu o porpora, a seconda della varieta'. Gli esemplari adulti in natura possono raggiungere anche i due metri di altezza, in vaso si mantiene entro i 40-50 cm, solitamente tende ad allargarsi producendo nuovi rami e nuovi fusti. In estate ogni rosetta produce una larga spiga di fiori a forma di stella, di colore giallo, rosa, rosso o bianco. E' bene collocare l'Aeonium in un luogo molto luminoso, evitando i raggi diretti del sole nei mesi piu' caldi; teme il freddo, quindi in inverno e' bene tenere le piante in casa o in serra. Durante la stagione vegetativa, da maggio a ottobre, l'Aeonium necessita di annaffiature abbondanti, se l'acqua e' troppo poca i fusti e le rosette tendono a crescere in maniera stentata; in inverno si consiglia di lasciare alla pianta un periodo di riposo, diminuendo drasticamente la quantita' d'acqua fornita, annaffiando soltanto quando il terreno e' ben asciutto. Durante la stagione vegetativa aggiungere concime per piante grasse all'acqua delle annaffiature ogni 15-20 giorni. Come molte altre piante grasse anche l'Aeonium gradisce terreni molto ben drenati, quindi e' consigliabile miscelare al substrato una buona quantita' di sabbia e di materiale a grana abbastanza grossolana. In primavera si possono seminare i semi dell'anno precedente, in un contenitore riempito con un miscuglio di sabbia e torba in parti uguali, da tenere umido e in luogo luminoso, ma non troppo soleggiato. In aprile-maggio si possono anche praticare talee di foglia o di ramo, che radicano con facilita' e abbastanza rapidamente. A volte l'Aeonium viene attaccato dalla cocciniglia e dagli afidi, difficili da curare in quanto si annidano al centro della rosetta, al riparo delle foglie.
EPIPHYLLUM: Gli epifilli crescono allo stato spontaneo nelle foreste tropicali dell'America Centrale. Si tratta di piante dall'aspetto esotico, con fusti piatti, di solito stretti, a margini dentellati, all'estremita' dei tronchi sbocciano grandi fiori molto belli, che durano di solito un giorno e una notte. Verso la fine di luglio-inizio di agosto, terminata lo fioriture, si prelevano dal fusto le talee lunghe 10-15cm, che si lasciano asciugare per un paio di giorni. Si piantano quindi in un buon composto a base di terra fertile che va tenuta umida e si collocano all'ombra, a 21 gradi di temperatura circa. Le innaffiature devono essere abbondanti nel periodo vegetativo in modo che il composto sia completamente umido; da ottobre a marzo si tiene il terriccio appena umido, senza mai lasciar asciugare completamente le radici. Quando cominciano a formarsi le gemme, si aumenta la quantita' di acqua fornita e si inizia a fertilizzare la pianta per favorire lo sviluppo delle gemme da fiore. Le annaffiature eccessive, soprattutto in inverno con il freddo, fanno avvizzire i fusti e marcire le radici. Quando la pianta e' a riposo il composto deve essere umido ma non bagnato e bisogna innaffiare quanto basta a evitare che le radici secchino. Sebbene le Epiphyllus siano cactacce, non sono piante tipiche dei deserti. Sono originarie, infatti, delle foreste dell'America tropicale e non necessitano, percio', di molto sole. Crescono bene, comunque, in posizioni ben illuminate. Si coltivano in vasi di 15-25 cm, riempiti con una composta ricca di terriccio di foglie e farina di ossa o a base di torba. Non si devono mai lasciar seccare le radici delle piante, nemmeno durante l'inverno. Quando si cominciano a formare i boccioli, ogni 15 giorni si somministra un fertilizzante ad alto contenuto di potassio. Durante l'estate e' necessario proteggere le piante dal sole troppo forte. Si rinvasano annualmente, dopo la fioritura. L'epifillo preferisce una buona luce diffusa e non ama l'esposizione in pieno sole. Anche in inverno la pianta necessita di buona luce, ma deve essere protetta dall'insolazione diretta.
EUPHORBIA TRIGONA: Arbusto succulento di medie dimensioni, proveniente dall'Africa centrale, in natura raggiungono i 2-3 metri di altezza, sviluppando un largo fusto ed una chioma arrotondata. I fusti sono di colore verde scuro, con maculature bianche o rosate; all'apice dei fusti si sviluppano numerose foglie, di forma arrotondata, lunghe 2-3 cm, di colore verde o rosato. Esistono anche varieta' con fusti e foglie rossastri. Hanno crescita abbastanza rapida, e in contenitore possono raggiungere i 150-200 cm di altezza con facilita'; sono tra le piu' coltivate come piante da appartamento. Da marzo a ottobre possono essere poste all'aperto, in luogo luminoso ma semi ombreggiato, che riceva i raggi del sole soltanto durante le ore piu' fresche della giornata, soprattutto in luglio ed agosto; temono il freddo, quindi in inverno vanno conservate ad una temperatura minima di 8-10 gradi, oppure in appartamento, in luogo luminoso. Durante il periodo vegetativo annaffiare abbondantemente, attendendo sempre che il terreno asciughi bene tra un'annaffiatura e l'altra; nei mesi freddi annaffiare soltanto sporadicamente; se le piante vengono tenute a temperature inferiori agli 8 gradi evitare di annaffiare. Coltivare in un buon terriccio sciolto e ricco di humus, molto ben drenato; si puo' preparare un terriccio idoneo mescolando del terriccio bilanciato con sabbia fine e poca pietra pomice. Le euphorbie trigone si propagano per talea, con grande facilita'; si consiglia di sciacquare con acqua tiepida la superficie di taglio prima di interrarla.
MAMMILLARIA: Il genere mammillaria e' uno dei piu' numerosi tra le cactacee, conta infatti circa trecento specie di piante succulente, tutte originarie del Messico e dell'America meridionale. Il nome deriva dal termine mammella, in quanto il fusto delle mammillarie non presenta costolature, bensi e' completamente diviso in piccole mammelle piu' o meno allungate, 'di forma conica o cilindrica; all’apice di ogni singola mammella e' presente una areola, generalmente munita di spine, erette o arcuate, spesso di colore bianco, talvolta gialle; alcune specie presentano una singola ulteriore spina che si erge dal centro dell'areola nel senso di crescita della mammella, questa spina in genere e' di forma uncinata. Molte mammillarie fioriscono a profusione in primavera, con grande facilita'; i fiori vengono prodotti nella parte di pianta piu' giovane, ovvero quella apicale, e sbocciano all'ascella che si forma alla base delle mammelle. I fiori delle mammillarie sono di solito rosati, ma esistono specie con fiori bianchi, verdi, gialli, rossi e striati; ai fiori segue un piccolo frutto contenente i semi fertili. Alcune specie presentano un breve periodo di riposo vegetativo in agosto, a cui segue spesso una seconda fioritura, meno abbondante di quella primaverile. La maggior parte delle specie di mammillaria e' di dimensioni contenute, con il fusto tondeggiante, o brevemente colonnare, che si mantiene al di sotto dei 9-10 cm di altezza; talune possono raggiungere i 25-30 cm di altezza, e si possono sviluppare solitarie, ramificare o talvolta anche accestire. Si pongono a dimora in zone ben luminose, con almeno alcune ore di sole diretto ogni giorno, ma e' bene evitare le ore piu' calde o le zone completamente soleggiate, soprattutto in estate, quando il sole diretto potrebbe rovinare l'epidermide delle piante scottandola; si sceglie quindi un'esposizione semi soleggiata, con un'ombra velata nelle ore centrali della giornata. Le annaffiature saranno sporadiche e poco generose, da effettuarsi soltanto quando il clima e' caldo, quindi da aprile fino a settembre; nei mesi dell'anno in cui il clima e' fresco e le giornate sono brevi e' consigliabile annaffiare pochissimo la mammillaria, o anche per nulla se la pianta viene coltivata in serra fredda, o comunque in luogo freddo, senza riscaldamento. In ogni caso, anche nella stagione vegetativa, annaffiamo solo quando il terreno e' asciutto, considerando che un piccolo vaso in coccio lasciato al sole di giugno puo' necessitare annaffiature a giorni alterni, o ogni tre giorni, circa; ogni 15-20 giorni mescoliamo all'acqua delle annaffiature un concime ricco in potassio e povero in azoto. I contenitori ideali per le mammillarie sono vasi di coccio, di dimensioni contenute, in cui porremo un composto costituito da terriccio universale, mescolato con pozzolana, lapillo o pietra pomice, in parti uguali, in modo da ottenere un substrato ben permeabile, privo di ristagni idrici, dannosi per la pianta. Queste piante, come molte cactacee, possono sopportare temperature invernali anche vicine agli zero gradi, a patto di essere tenute in una zona ben secca, priva di umidita', soprattutto nel terreno; quindi se in settembre-ottobre smettiamo di annaffiare le piante, possiamo provare a lasciarle anche sul terrazzo, sopra un ripiano, oppure in serra fredda, in un luogo dove non vengano in ogni caso raggiunte dall'acqua delle intemperie; se non possediamo alcun tipo di riparo e' conveniente tenerle in casa, possibilmente in una stanza non riscaldata, come un vano scale, dove le piante ricevano molta luce e un clima fresco; infatti, come avviene per la gran parte delle cactacee, queste piante tendono a fiorire con maggiore probabilita' se in inverno possono godere di un periodo di riposo vegetativo, che gli e' precluso se vivono tutto l'inverno in appartamento, con circa 20 gradi di temperatura per tutta la giornata. Alcune specie di mammillaria attraversano un periodo di semi riposo vegetativo anche in estate, in agosto, periodo in cui e' bene evitare di annaffiarle; spesso rifioriscono all'arrivo del clima fresco della fine di agosto.
PACHYCEREUS PRINGLEI: Genere che comprende 10-12 specie di cactus colonnari originari dell'America centrale. In primavera inoltrata producono numerosi fiori di colore bianco o verde, ai quali fanno seguito frutti carnosi, ricoperti da spine; nella polpa rossastra o rosata si possono trovare numerosi piccoli semi neri. La posizione migliore per crescere un pachycereus e senz'altro il pieno sole, anche se la pianta non presenta problemi anche in posizioni leggermente ombreggiate per alcune ore della giornata. Teme il freddo, quindi in inverno va ricoverato in casa o in serra fredda, o comunque in luoghi in cui la temperatura non scenda al di sotto dei 7-10 gradi. Gli esemplari molto grandi possono sopportare brevi periodi di gelo. Da marzo a ottobre annaffiare sporadicamente, lasciando asciugare perfettamente il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. In inverno evitare di annaffiare, soprattutto se la pianta viene tenuta a temperature basse.
STENOCACTUS: Cactus di forma globosa o leggermente colonnare proveniente dal Messico. In primavera producono nella parte piu' alta alcuni piccoli fiori ad imbuto, bianchi, rosa o rossi, i cui petali presentano una riga piu' scura che li divide a meta'. Durante la stagione vegetativa annaffiare almeno una volta alla settimana, aspettando che il terreno sia asciutto tra un'annaffiatura e l'altra; in inverno annaffiare più raramente, una volta al mese o meno se la pianta viene tenuta in casa, se invece si ripone lo stenocactus in luogo piu' freddo si consiglia di sospendere completamente le annaffiature per permettere il riposo invernale della pianta. Da marzo ad ottobre aggiungere un concime per piante grasse all'acqua delle annaffiature ogni 15-20 giorni. Come per molte altre cactacee anche per gli stenocactus il terreno deve essere molto ben drenato, quindi si consiglia di utilizzare un terriccio per piante grasse, ricco in sabbia, opportunamente addizionato di materiale grossolano, come perlite o pietra pomice. Gli stenocactus sono generalmente piante singole senza ramificazioni, quindi l'unico modo per propagarle e' la semina: si seminano in primavera in una composta costituita da sabbia e torba in parti uguali, le piantine germineranno rapidamente. Queste cactaceae amano le posizioni molto luminose, anche in pieno sole; temono il freddo e non sopportano temperature inferiori ai 5-6 gradi, per questo motivo e' opportuno ricoverarle in casa durante l'inverno o in luogo riparato.
TRICHOCEREUS BRIDGESII: Originario del Sud America, comprende venticinque specie di cactus a colonna. Si ramifica in direzione verticale a partire dalla base. La fioritura avviene solo nelle piante adulte. I fiori hanno corolla imbutiforme, con i petali esterni verdastri e quelli interni bianchi. Sbocciano in estate durante la notte e si chiudono verso la meta' del mattino. In estate tra i quindici e i ventiquattro gradi; in inverno la pianta deve essre tenuta all'interno, in un luogo non molto riscaldato e non umido. Annaffiature moderate ma frequenti per tutta l'estate e durante la fioritura. Da sospendere in inverno se la pianta si trova in ambiente riscaldato. Da aprile a settembre si somministra un fertilizzante liquido con l'acqua delle irrigazioni ogni tre quattro settimane. La semina avviene in marzo aprile in un composto per cactacee che va tenuto all'umido e all'ombra fino alla germinazione. Possono essere usati i germogli basali tagliati dalla pianta madre, si lasciano asciugare solo se non presentano radici, quindi si ripiantano tenendo il terriccio asciutto per due tre settimane.
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