Vai ai contenuti

Piante arbustive

Svago

LE PIANTE ARBUSTIVE

Un arbusto (o pianta arbustiva o anche solo arbustiva) e' un vegetale simile all'albero, una pianta legnosa perenne, i cui rami si separano dal fusto centrale molto vicino al terreno, o il cui tronco non e' presente del tutto; viene chiamato anche frutice e da alcuni e' usato come sinonimo del termine cespuglio, spesso gli arbusti, anche quando sono piante adulte, risultano piu' grandi in larghezza che in altezza, essendo la loro chioma formata dall'insieme dei rami e delle foglie. Con il termine arbusto si intende, quindi, una pianta legnosa la cui altezza non supera in genere i 5 metri, che mantiene in modo perenne una parte della vegetazione legnosa durante tutto l'anno. Queste piante possono essere sempreverdi  o caduche, possono produrre fiori  e bacche e a seconda del portamento  si prestano a molteplici funzioni. L'utilita' degli arbusti da giardino in uno spazio verde puo' essere anche protettiva se coltivati insieme a piante da siepe.
SCHIMMIA: La pianta della Schimmia si presenta composta da arbusti di consistenza globosa, molto compatti e di natura sempreverde. Le foglie della Schimmia hanno la caratteristica forma ovale, molto grande e di color verde scuro. L’altezza media di una Schimmia e’ di circa 1,20 metri. La pianta non ha uno sviluppo molto veloce, infatti il metro di altezza lo raggiunge solo dopo alcuni anni di eta’. Nel periodo che intercorre tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, la pianta produce delle spighe composte da germogli, di color rosso acceso, poste all’estremita’ apicale dei rami. Tali spighe di germogli produrranno, dopo alcune settimane, dei fiori a forma di stella di color bianco o giallo paglierino, dal profumo non molto intenso ma piacevole. La Schimmia e’ una pianta dioica, ossia che accoglie esemplari di fiori solo maschili o solo femminili. A seguiti delle infiorescenze, la pianta produce delle bacche molto lunghe di color verde. La moltiplicazione della Schimmia avviene per talee. Queste ultime vanno recise con strumenti igienizzati e poste a radicare in un composto di torba e sabbia. Mantenendo il substrato sempre correttamente umido, nel giro di qualche settimana, sara’ possibile notare la comparsa dei primi germogli, segno dell’avvenuta radicazione delle talee. A tal punto le nuove piantine potranno essere spostate in vivaio e messe a dimora definitiva solo dopo circa 3 anni. Tale pianta trova le sue origini nelle zone dell’Asia Centrale e del Giappone. Essa, ama essere coltivata invaso, purche’ esso sia di dimensioni adeguate, per far si che la pianta si essicchi durante la stagione afosa estiva. La Schimmia, se il clima lo consente, puo’ essere posta anche in giardino. E’ importante che venga posizionata in luogo non raggiunto dai raggi diretti del sole, oppure semi-ombreggiato. Essendo la Schimmia, anche una pianta rustica, essa tollera molto bene le gelate invernali, anche se particolarmente durature. La pianta, pero’, non sopporta molto bene i raggi diretti del sole oppure il caldo eccessivo delle stagioni estive. La Schimmia necessita di innaffiature regolari ed abbondanti, ma e’ importante badare a non lasciare che il terreno sia eccessivamente intriso d’acqua, per evitare che si generino fastidiosi ristagni idrici all’apparato radicale. A tal proposito, e’ necessario che il substrato delle Schimmia sia sempre composto da una dose abbondante di soffice terreno e una quantita’ moderata di concime organico. Per favorire l’operazione di drenaggio, e’ opportuno anche procedere all’aggiunta nel terreno, di quantita’ minime di sabbia e terriccio universale.
PERESCHIA: La Pereschia e’ una genere di piante arbustive appartenente alla famiglia delle Cactaceae. Nonostante esse siano in gran parte succulente, la natura della Pereschia se ne differenzia. La Pereschia e’ spesso utilizzata come pianta a scopo ornamentale oppure in qualita’ di innesto. La Pereschia si presenta come un arbusto dal portamento eretto, non cadente, o spesso di struttura rampicante. I suoi steli sono molto sottili e di consistenza legnosa. Tale consistenza e’ maggiormente visibile negli esemplari piu’ vecchi. Gli steli, inoltre, sono dotati di un numero elevato di spine che producono il fogliame e che fungono da aggancio alla pianta stessa, che in alcuni casi ha un portamento anche rampicante. Quest’ultimo e’ composto da foglie di natura persistente, lanceolate oppure ovali, disposte in maniera alternata, di forma piatta o coriacee. Esse cadono durante la stagione invernale. le infiorescenze si presentano con piccoli fiorellini colorati, molto delicati, e particolarmente profumati. Il periodo di fioritura, varia notevolmente a seconda della specie di riferimento. La moltiplicazione della Pereschia avviene per semina durante la stagione primaverile. I semi si pongono in un recipiente con la composta apposita, alla temperatura di 21 gradi C. Quando le piantine avranno completato il processo di germinazione, potranno essere poste al sole ed innaffiate regolarmente. La riproduzione della Pereschia potrebbe avvenire anche per talea, posta a radicare in sabbia pura. A germinazione avvenuta, si compie lo stesso procedimento della moltiplicazione per semina. Pereschia e’ originaria delle zone dell’America Centrale. In genere gradisce posizioni particolarmente luminose, anche laddove viene baciata dai raggi diretti del sole. Quest’ultima condizione e’ ideale quando iniziano a comparire i primi boccioli. Essa e’ tutt’ora molto sviluppato in Messico ed in Brasile. La temperatura ideale per la coltivazione delle Pereschia e’ 22-26 gradi C. E’ molto importante che non siano coltivate all’esterno laddove la minima invernale scende al di sotto dei 10-15 gradi C. La Pereschia va annaffiata con estrema frequenza e regolarita’, soprattutto nel perioso relativo alla primavera e all’estate. E’ sempre preferibile, pero’, lasciare che il terreno sia ben asciutto tra un’innaffiatura e l’altra. Si consiglia di ridurre, sino a sospendere nei mesi piu’ freddi, l’apporto idrico dal mese di ottobre a quello di marzo. Il terreno ideale per la coltivazione della Pereschia e’ un substrato composto da terriccio fertile da giardino, terra di foglie e una parte di sabbia. Quest’ultima componente favorisce il sistema di drenaggio e previene rischiosi ristagni idrici. Il rinvaso va compiuto in primavera solo se la pianta ha raggiunto dimensioni maggiori a quelle del vaso in cui si trova. In primavera ed in estate, e’ consigliabile concimare la Pereschia con del concime liquido per i cactus, ogni 28-42 giorni.
OLEANDRO: L’Oleandro e’ un arbusto di natura sempreverde facente parte della famiglia delle Apocynaceae. Esso e’ coltivato principalmente per scopi ornamentali. Il portamento arbustivo dell’Oleandro, generato da fusti non molto ramificati che nascono dapprima in forma eretta, poi incurvati verso l’esterno, gli conferisce un aspetto tondeggiante ed armonioso. La sua altezza puo’ variare tra i 2 e i 4 metri complessivi.  I rami piu’ giovani hanno un caratteristico colore verde e sono privi di alcuna peluria. Nel corso degli anni, essi assumono una corteccia dal tipico colore grigio topo. I fusti sono velenosi, cosi come la foglie, che si presentano disposte in verticilli di circa 2 o 3, dal piccolissimo picciolo, con una nervatura al centro, allungate e interamente lineari. In genere sono larghe 1-2 cm e lunghe 12-14 cm. I fiori dell’Oleandro sono di grandi dimensioni e molto appariscenti, posti in cime sulla parte terminale dell’arbusto. Il calice di tali infiorescenze e’ composto da 5 lobi, dal colore rosa, oppure rosso, o anche bianco. Il frutto dell’Oleandro si presenta di forma allungata, molto stretta. Della lunghezza di 12-16 cm, esse produce dei semi quando giunge a maturita’ completa. La moltiplicazione della pianta avviene principalmente per talee. Esse si pongono a radicazione in un’apposita cassetta composta da sabbia e torba, alla temperatura di 16-18  gradi C, assicurandosi che le talee stese non siano piu’ corte di 5-8 cm. Con la comparsa dei primi germogli, possono essere trapiantate in vasetti di circa 9 cm di diametro. L’arbusto e’ originario delle zone asiatiche, ma e’ possibile trovarlo in maniera spontanea in gran parte della macchia mediterranea. Esso e’ una specie di arbusti piuttosto rustica, che predilige terreni umidi dai quali trae le sostanze necessarie per un florido e corretto accrescimento.  In Italia e’ molto presente sulla zona costiera, sui suoli dei fiumi o sulle rocce nei pressi del mare. L’Oleandro teme moltissimo le basse temperature, specie le gelate improvvise invernali. In tali condizioni, si consiglia di riporlo in luoghi maggiormente soleggiati o comunque al riparo da correnti fredde. Si consiglia di non permettere mai l’esposizione dell’Oleandro a temperature che scendano al di sotto dei 5 gradi C. Gradisce posizioni molto luminose e baciate dai raggi diretti del sole. Tale pianta va innaffiata regolarmente dal mese di aprile a quello di ottobre inoltrato. Si consiglia di ridurre notevolmente l’apporto idrico durante la stagione invernale, per evitare di danneggiare l’apparato radicale della pianta. Il terreno ideale e’ composto da una parte di terriccio fertile, una di torba ed una si sabbia; quest’ultima, in maniera specifica, si utilizza per favorirne il delicato processo di drenaggio. Le concimazioni vanno effettuate a partire dal mese di maggio, sino a quello di settembre. Tale operazione, svolta almeno una volta ogni due settimane, garantisce infiorescenze ricche e salute di ferro della pianta. L’Oleandro va potato immediatamente dopo la fioritura, provvedendo alla recisione di gran parte dei rami fioriferi, mentre le ramificazioni laterali vanno accorciate sino a divenire di minimo 10 cm.
ROSA: Amatissima e molto conosciuta per le sue innumerevoli varieta’, la Rosa e’ un genere di arbusto appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Attualmente se ne conoscono circa 2000 specie diverse. Tale arbusto possiede un portamento generalmente eretto ed il fusto e’ ricoperto da spine. Le foglie di color verde molto scuro composte da un minimo di 5 ad un massimo di 11 foglioline. Esse posseggono, inoltre, margini dentellati con una leggera peluria in base alla specie. I fiori della Rosa si riuniscono in infiorescenze a corimbo e posseggono un numero di petali variabile a seconda della specie, sia coltivate che selvatiche. I colori, dato anche l’alto numero di specie ibride, variano dal rosso, al rosa, al giallo, al blu. Il frutto della Rosa e’ composto da un ingrossamento del ricettacolo, definito cinorrodo. Esso, a seconda della specie presa in considerazione, puo’ essere di forma allungata, di consistenza carnosa o colorato. La Rosa si sviluppa nella maggior parte delle zone con clima temperato, principalmente lungo l’emisfero boreale e l’Oceano Pacifico. E’ necessario che il luogo possegga un tipo di terreno fertile, calcareo ma soprattutto molto ben drenato. Date le tantissime qualita’ di Rosa, esistono specie in grado di resistere ai raggi diretti del sole ed altre che prediligono posizioni meno soleggiate ed a mezz’ombra. Queste ultime appartengono, ad esempio, a specie di natura rampicante. In genere prediligono temperatura tra i 12 ed i 25 °C. Vi sono alcune specie in grado di sbocciare anche in luoghi innevati, ma sono molto rare. La Rosa e’ una pianta dalla coltivazione poco complessa, ma delicata. Essa necessita di un substrato molto semplice: composto con 4 parti di letame ed una sola parte di torba. La concimazione va compiuta nella stagione primaverile, ogni due anni, specie se la messa a dimora avviene in autunno. Si utilizza del letame posto a strato alla base della pianta e successivamente coperto di terra. L’unica attenzione maggiore e’ quella della potatura. Quest’ultima si presenta come necessaria e va effettuata per compiere la struttura dei rosai. E’ possibile effettuare una potatura “corta” per rinvigorire la pianta, riducendola in altezza di circa 50 cm; ed una potatura “lunga”, ideale per piante di Rosa maggiormente adulte, utile ai fini di una maggior produzione di fiori, lasciando la pianta di circa 1 metro di altezza. La raccolta della Rosa va compiuta nelle prime ore del pomeriggio e quando il bocciolo non e’ ancora del tutto aperto, ma nemmeno ancora completamente chiuso. Gli steli vanno immersi subito in acqua con un pizzico di acido citrico che ne preserva il vigore. I fiori oramai appassiti vanno eliminati con un taglio netto sul punto esatto  della prima fogliolina sotto il fiore. Le annaffiature ai rosai vanno compiute con regolarita’ ed un pizzico di attenzione: e’ importante, infatti, evitare che l’acqua bagni l’interno dei fiori per evitare lo sviluppo di malattie fungine. Esse si eseguono in estate in tarda sera ed in primavera nelle prime ore del mattino. Gran parte delle specie di Rosa si moltiplicano per seme. Questa operazione va compiuta in ottobre, ponendo i semi ottenuti dall’essiccazione dei fiori, in cassette apposite riempite con composta classica, a temperatura fresca. Le piantine che nascono, van tenute in vivaio per circa due anni e solo dopo questo periodo, possono essere poste a dimora definitiva. Un altro metodo, meno conosciuto, e’ la riproduzione per talea. Queste ultime si recidono tra il mese di agosto e quello di settembre, scegliendo i germogli laterali che oramai non producono piu’ infiorescenze. E’ importante siano abbastanza vigorose e della lunghezza di 30 cm. Poste in un luogo fresco e ombreggiato, possono essere messe a dimora nella stagione autunnale immediatamente successiva.
SAMBUCO: Il Sambuco e’ un arbusto selvatico, appartenente alla famiglia delle Caprifoliaceae; si tratta di un esemplare di medie dimensioni, spesso utilizzato a scopo ornamentale. Mostra un portamento in prevalenza arbustivo, con rami legnosi, arcuati e ricadenti e una chioma espansa e globosa; il tronco si presenta piuttosto corto, nodoso e irregolare, la corteccia e’ di colore scuro tendente al grigio, rugosa e solcata in senso verticale. Le foglie dalla forma ovale e allungata, sono di un bellissimo verde lucido e costituite da cinque a sette foglioline dentate. I fiori, pedicellati e riuniti in grappoli, hanno tonalità che vanno dal bianco al giallo; hanno la forma di stella e una gradevole profumazione: sbocciano a primavera inoltrata e all’inizio della stagione estiva. Anche i frutti sono riuniti in grappoli, possiedono una forma sferica e sono di un intenso colore rosso: sono posti in posizione eretta e hanno un sapore decisamente acidulo, anche se sono molto ricchi di vitamina C. La moltiplicazione del Sambuco puo’ avvenire mediante la semina o per talea: nel primo caso, sara’ necessario interrare alcune bacche solo dopo che queste avranno raggiunto la piena maturazione, a circa 2,5 cm di profondita’. Per quanto riguarda la riproduzione tramite talea, le parti prelevate durante la stagione autunnale dovranno avere una lunghezza di almeno 30. Il Sambuco e’ originario dell’Europa e del Caucaso, ma al giorno d’oggi e’ particolarmente diffuso nella maggior parte delle aree temperate, anche in Italia dove cresce al margine dei boschi, tra i ruderi e spesso anche negli ambienti urbanizzati. L’albero, grazie alla sua rusticita’, ben si adatta a qualsiasi tipo di terreno, tuttavia il substrato ideale e’ quello fresco, umido e soprattutto molto ben drenato. La pianta gradisce esposizioni a luoghi soleggiati, ma non disdegna la mezzombra. Il Sambuco e’ in grado di resistere all’inquinamento atmosferico, sviluppandosi anche in aree infestate da smog senza subire danni eccessivi; ha una buona tolleranza anche per i venti salsi provenienti dal mare. Necessita di alcune ore al giorno di sole diretto e sopporta anche quelle temperature che scendono sotto il livello dello zero termico. L’arbusto necessita di essere annaffiato con regolarita’, attendendo sempre che il terreno si sia completamente asciugato prima di procedere con un nuovo apporto di acqua. La potatura del Sambuco andrebbe fatta ogni tre o cinque anni, effettuando un taglio corto all’inizio dell’anno.
CORONA DI SPINE: La Corona di spine e’ un arbusto spinoso appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae.  Essa presenta fusti succulenti e legnosi, nonche’ eretti, molto ramificati, caratterizzati da grosse spine appuntite: le spine, negli esemplari che nascono spontaneamente, servono per permettere alla pianta di svilupparsi attaccata al fusto di alti alberi, poiche’ i fusti tendono a divenire troppo fragili se crescono oltre il metro di altezza. Le foglie sono ovali e rivestite da un sottile strato di pruina, che le rende particolarmente opache; il fogliame, dal colore verde scuro,  nasce solo sui boccioli e sulla cima dei rami, dove si sviluppano anche delle piccole infiorescenze aventi fiorellini gialli accompagnati da foglioline rosse. Al mondo esistono molteplici  varieta’ particolari, dal colore giallo, bianco o rosato. La pianta puo’ essere tranquillamente coltivata in appartamento, dove puo’ fiorire per tutto l’arco dell’anno. La moltiplicazione della pianta puo’ avvenire per talea, nel periodo primaverile: si recidono parti della pianta, da immergere poi in acqua tiepida affinche’ si interrompa il flusso di lattice. Successivamente si lasciano asciugare un giorno per poi immetterle in un composto di torba e sabbia. La zona di origine di questa pianta differisce a seconda della specie: tuttavia, essa e’ praticamente diffusa in quasi tutto il mondo, ovvero in Africa, Asia, America. La Corona di spine predilige terreni ben drenati, soffici, che riescano a trattenere l’ umidita’. Quando la si coltiva in appartamento, e’ bene servirsi di un miscuglio di terriccio universale, con perlite o pietra pomice in modo che l’aria circoli, e anche del terriccio di foglie o pezzetti di corteccia, che mantengano l’umidita’. Questa pianta preferisce esposizioni molto luminose, con perlomeno alcune ore di sole diretto ogni giorno; ma si consiglia di non lasciarle completamente al sole nelle giornate piu’ calde ed afose. Esse non tollerano il freddo intenso, che crea danni al fogliame e ne impedisce la fioritura; durante la stagione invernale, vengono dunque coltivate in serra o in appartamento, con una temperatura minima superiore ai 4 gradi C. La Corona di spine ha bisogno di essere annaffiata con regolarita’, in particolar modo se il clima risulta essere troppo afoso e particolarmente secco.  Gli apporti di acqua vanno fatti quando il terriccio e’ asciutto, facendo attenzione a non bagnare eccessivamente il substrato. Nei mesi freddi, e’ consigliabile annaffiare la pianta solo saltuariamente, circa ogni venticinque o trenta giorni. Il concime piu’ adatto per questa pianta, e’ quello a lenta cessione e possibilmente povero di azoto. Come per le irrigazioni, anche in questo caso e’ opportuno sospendere o ridurre drasticamente le fertilizzazioni nel periodo invernale.
Se rilevi delle violazioni al copyright clicca qui e segnala i file incriminati, verranno subito rimossi
Cookie Policy
Termini e Condizioni
Torna ai contenuti