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Le alghe

Svago

LE ALGHE

Le alghe sono state la prima specie di vita sulla terra, nate dall’unione di organismi unicellulari piu’ semplici. Da questa prima evoluzione della specie, si sarebbero formati, in seguito, organismi sempre piu’ complessi come i muschi, le felci e, via via, piante decisamente piu’ avanzate per forma e funzionamento. Ma parliamo delle alghe. Queste, infatti, sono piante acquatiche pluricellulari, eucarioti e dotate di clorofilla. Il loro habitat naturale e’ l’acqua o comunque degli ambienti molto umidi; dato che l’acqua gli permette di avere il sostengo necessario per il proprio sviluppo le alghe sono dei tipi di pianta capaci di raggiungere dimensioni ragguardevoli proprio perche’ non dotate di elementi complessi come le radici. Con il termine alga si indicano circa 25.000 specie vegetali che, ovviamente, sono diverse tra loro:
  • alghe verdi (le piu’ evolute, dove i cloroplasti si avvicinano a quelli delle piante terrestri)
  • alghe brune (le specie piu’ grandi e dotate di strutture che ne consentono il galleggiamento)
  • alghe rosse (popolano i mari piu’ caldi e possono stare anche a 150 metri di profondita’)     
Come tutte le piante, anche le alghe necessitano della fotosintesi clorofilliana per vivere e, di conseguenza, necessitano di luce: queste varieta’ botaniche, pero’, sono capaci di usare solo certi tipi di radiazioni luminose che arrivano a profondita’ diverse ed e’ questo il motivo principale della loro diversita’ cromatica. Da inserire nel gruppo delle tallofite ci sono anche i muschi, ovvero le piante terrestri piu’ longeve e antiche. Non si tratta di tipi di piante specializzati e pur possedendo parti che assomigliano a radici, foglie e fusto, queste svolgono funzioni differenti. Lo stelo, infatti, e’ dotato di una capsula che contiene spore; una volta mature, questa capsula si apre, disperdendole nell’aria grazie al vento. I muschi sono piante briofite e questo le costringe a vivere in ambienti umidi: non avendo un apparato apposito per la raccolta dell’acqua, questa di trasferisce alla pianta per imbibizione, facendo funzionare la pianta come una vera e propria spugna.
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